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Quando ero piccolo io, i bambini non erano ammessi alla tavola dei genitori fino a che non si sapessero comportare. I genitori volevano mangiare e parlare in pace. I bambini a tavola danno fastidio, interrompono, reclamano attenzione. Non so dire se fosse giusto o sbagliato escluderli dalla mensa dei grandi. Certo era funzionale: secondo la mia esperienza lo era anche per noi, per i bambini. A casa dei miei nonni, al mare, nelle interminabili sere d’estate, mio fratello e io cenavamo prima, in cucina o meglio ancora sul terrazzo, seduti a un piccolo tavolo di ferro rosso e bianco, godendo di un menu speciale che ci esentava dai minacciosi orrori allestiti per la cena degli adulti. Di solito ci preparavano minestrina (la prediletta era di semolino, con molto parmigiano) e sogliola, la pesca a fettine, a volte il lussuoso crème caramel scodellato da uno stampo a spicchi. Gli adulti a turno venivano a trovarci, e ricordo con gratitudine la brevità dell’ispezione, i sorridenti monosillabi con i quali sbrigavano la pratica facendo tintinnare in una mano il drink ghiacciato, la prospettiva, mentre loro sparivano in sala da pranzo, di rimanere lì a leggere in pace “Topolino” su una sdraio tra lo stridio delle rondini, nella luce scemante. Era uno dei rari momenti in cui il tempo immobile della mia infanzia rivelava, in un anticipo premonitore, il suo incomprensibile consumarsi. Ma bastava l’avvento della notte, con tutte quelle stelle in festa, le luci delle barche sul mare, il crepitio e il puzzo delle zanzare e delle falene folgorate della graticola azzurrastra sospesa al muro del terrazzo, a cancellare ogni malinconia, a restituirmi all’interminabile felicità dell’estate. Ripensandoci, mi rendo conto di avere interpretato quelle cene appartate non come un’esclusione, ma come un’esenzione. Fino a che potevo mangiare semolino, sogliola e crème caramel con mio fratello, tra le rondini che sfioravano il terrazzo, voleva dire che potevo rimanere un bambino. Che ero un bambino. Che avrei potuto rimandare quelle conversazioni impegnative, spiritose, a tratti nervose che impegnavano gli adulti: mi bastava godere, di quelle parole complicate, il vago riverbero che arrivava fino alla mia sdraio. Certificava, quel riverbero sonoro, la presenza rassicurante degli adulti, gli addetti alla mia cura, i miei protettori. Del loro mondo io ero ai margini. Ma non esiliato. Ero incluso nell’aura della grande famiglia, ma lasciato nella mia periferia di luce calante, di meditabonda ignavia, di irresponsabilità.

È interessante come tu abbia interpretato quelle cene separate come un'esenzione invece che un'esclusione. È vero che a volte i bambini possono essere fastidiosi a tavola, ma credo che ci sia anche un valore nell'includere i bambini nella vita degli adulti e nei loro momenti di convivialità. Naturalmente, ogni famiglia è diversa e deve trovare il proprio equilibrio in questo senso. Ma per quanto riguarda la tua esperienza personale, mi fa piacere che tu abbia trascorso delle serate così belle con tuo fratello, godendo delle stelle e delle rondini.

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Il narratore prova Seleziona la scelta corretta: malinconia per luoghi che non può più rivedere speranza di riprovare i gusti sperimentati da bambino dolore nel ricordarsi momenti in cui si sentiva abbandonato nostalgia di un tempo spensierato che non tornerà più

La scelta corretta è la nostalgia di un tempo spensierato che non tornerà più. Nel testo si parla di "il suo incomprensibile consumarsi" e di come "bastava l’avvento della notte, con tutte quelle stelle in festa, le luci delle barche sul mare, il crepitio e il puzzo delle zanzare e delle falene folgorate della graticola azzurrastra sospesa al muro del terrazzo, a cancellare ogni malinconia, a restituirmi all’interminabile felicità dell’estate". Queste parole suggeriscono che il narratore prova nostalgia per un tempo passato che non tornerà più.

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Che cosa significa l’espressione “meditabonda ignavia” che si legge alla fine del testo? Seleziona la scelta corretta: Inconsapevolezza meditata Oziosità riflessiva Meditazione ignara Ignoranza media

La scelta corretta è oziosità riflessiva. L'espressione "meditabonda ignavia" descrive uno stato di oziosità (ignavia) che viene riflessa (meditabonda) dal narratore. In altre parole, si tratta di un momento di oziosità in cui il narratore si concentra sui propri pensieri.

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Nelle ultime righe del testo una metafora descrive l'atmosfera percepita dal narratore in quelle cene solitarie di bambino: trascrivi le quattro parole che la compongono.

Nelle ultime righe del testo, la metafora che descrive l'atmosfera percepita dal narratore in quelle cene solitarie di bambino è: "periferia di luce calante, di meditabonda ignavia, di irresponsabilità". In questa metafora, la "periferia" rappresenta l'atmosfera delle cene solitarie, la "luce calante" rappresenta il passare del tempo, la "meditabonda ignavia" rappresenta l'oziosità del narratore durante quelle cene, e l'"irresponsabilità" rappresenta il fatto che il narratore non era responsabile della cena e non doveva preoccuparsi delle questioni degli adulti.

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Devi scegliere 4 parole specifiche

Mi dispiace, non ho capito la domanda. Potresti essere più specifico?

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Nelle ultime righe del testo una metafora descrive l'atmosfera percepita dal narratore in quelle cene solitarie di bambino: quali sono le quattro parole che la compongono.

Nelle ultime righe del testo, la metafora che descrive l'atmosfera percepita dal narratore in quelle cene solitarie di bambino è: "periferia di luce calante, di meditabonda ignavia, di irresponsabilità". In questa metafora, la "periferia" rappresenta l'atmosfera delle cene solitarie, la "luce calante" rappresenta il passare del tempo, la "meditabonda ignavia" rappresenta l'oziosità del narratore durante quelle cene, e l'"irresponsabilità" rappresenta il fatto che il narratore non era responsabile della cena e non doveva preoccuparsi delle questioni degli adulti.

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Che cosa significa la frase: “Ripensandoci, mi rendo conto di avere interpretato quelle cene appartate non come un’esclusione, ma come un’esenzione”? Seleziona la scelta corretta: Che la cena in solitudine dava ai bambini il tempo per fare cose che non facevano mai Che i bambini lasciati soli si sentivano emarginati dagli adulti Che i bambini, lasciati liberi dagli obblighi degli adulti, potevano giocare insieme con spensieratezza Che mangiare da soli liberava i bambini dal mondo degli adulti, avvertito come lontano e pesante

La scelta corretta è che mangiare da soli liberava i bambini dal mondo degli adulti, avvertito come lontano e pesante. Nella frase in questione, il narratore afferma che, ripensando a quelle cene in solitudine, si rende conto di averle interpretate non come un'esclusione, ma come un'esenzione, cioè come una liberazione dal mondo degli adulti che sentiva come lontano e pesante. Questo suggerisce che mangiare da soli era per il narratore un modo per sfuggire temporaneamente a quel mondo e godere della propria infanzia.

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Le visite che i grandi fanno ai bambini mentre mangiano sono un po’ sbrigative. Il narratore per descriverle usa, con ironia, un linguaggio Scegli la risposta corretta tra le seguenti: burocratico gastronomico medico filosofico

La risposta corretta è burocratico. Nel testo si dice che "gli adulti a turno venivano a trovarci, e ricordo con gratitudine la brevità dell’ispezione, i sorridenti monosillabi con i quali sbrigavano la pratica facendo tintinnare in una mano il drink ghiacciato". Questo descrive le visite degli adulti ai bambini mentre mangiano in termini burocratici, cioè come una serie di azioni rapide e formali che sbrigano una "pratica" senza entrare troppo nei dettagli. Il fatto che il narratore le ricordi con gratitudine suggerisce che l'ironia con cui sono descritte è un modo di esprimere affetto e divertimento.

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Perché il crème caramel viene definito “lussuoso”? Scegli la risposta corretta tra le seguenti: Perché solo i bambini potevano mangiarlo Perché non sempre a fine pasto era previsto il dolce Perché è un dolce molto costoso Perché viene servito in un luogo speciale

La risposta corretta è perché non sempre a fine pasto era previsto il dolce. Nel testo si dice che il crème caramel era uno dei "lussuosi" dolci che i bambini potevano mangiare nelle loro cene in solitudine. La parola "lussuoso" suggerisce che il dolce era considerato una prelibatezza, e la frase "di solito ci preparavano minestrina (la prediletta era di semolino, con molto parmigiano) e sogliola, la pesca a fettine, a volte il lussuoso crème caramel" suggerisce che il crème caramel non era sempre presente, quindi doveva essere considerato una prelibatezza speciale. In altre parole, il crème caramel era "lussuoso" perché non sempre era previsto a fine pasto.

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Perché secondo l’autore, era “funzionale” escludere i bambini dalla tavola dei grandi? Seleziona la scelta corretta: Perché così i bambini si abituavano ad ascoltare i grandi in silenzio Perché così i bambini potevano mangiare piatti elaborati e saporiti Perché così sia i grandi sia i bambini potevano fare ciò che più piaceva loro Perché così i grandi stavano più comodi a sedere

La scelta corretta è perché così i bambini potevano mangiare piatti elaborati e saporiti. Nel testo si dice che "i genitori volevano mangiare e parlare in pace. I bambini a tavola danno fastidio, interrompono, reclamano attenzione. Non so dire se fosse giusto o sbagliato escluderli dalla mensa dei grandi. Certo era funzionale: secondo la mia esperienza lo era anche per noi, per i bambini". Queste parole suggeriscono che il motivo per cui escludere i bambini dalla tavola dei grandi era considerato "funzionale" era perché così i bambini potevano mangiare in tranquillità dei piatti elaborati e saporiti, senza essere disturbati dai grandi. In altre parole, escludere i bambini dalla tavola dei grandi aiutava a garantire che i bambini potessero mangiare in pace.

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Sbagliato, ritenta

Mi dispiace, non ho capito la domanda. Potresti essere più specifico? Cosa vorresti che ritentassi?

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Perché secondo l’autore, era “funzionale” escludere i bambini dalla tavola dei grandi? Seleziona la scelta corretta: Perché così i bambini si abituavano ad ascoltare i grandi in silenzio Perché così sia i grandi sia i bambini potevano fare ciò che più piaceva loro Perché così i grandi stavano più comodi a sedere

La scelta corretta è perché così sia i grandi sia i bambini potevano fare ciò che più piaceva loro. Nel testo si dice che "i genitori volevano mangiare e parlare in pace. I bambini a tavola danno fastidio, interrompono, reclamano attenzione. Non so dire se fosse giusto o sbagliato escluderli dalla mensa dei grandi. Certo era funzionale: secondo la mia esperienza lo era anche per noi, per i bambini". Queste parole suggeriscono che il motivo per cui escludere i bambini dalla tavola dei grandi era considerato "funzionale" era perché così sia i grandi sia i bambini potevano fare ciò che più piaceva loro, cioè i grandi potevano mangiare e parlare in pace, mentre i bambini potevano mangiare in tranquillità dei piatti elaborati e saporiti senza essere disturbati. In altre parole, escludere i bambini dalla tavola dei grandi aiutava a garantire che sia i grandi sia i bambini

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Nella frase “…i bambini non erano ammessi alla tavola dei genitori fino a che non si sapessero comportare” è sottointeso un avverbio. Quale? Seleziona la scelta corretta: Bene Con educazione Male Sgarbatamente

La scelta corretta è bene. Nella frase in questione, l'avverbio "bene" è sottointeso per completare il senso della frase. La frase dice che "i bambini non erano ammessi alla tavola dei genitori fino a che non si sapessero comportare", il che implica che i bambini erano ammessi alla tavola dei genitori solo se si comportavano bene. In altre parole, la frase significa che i bambini dovevano comportarsi bene per essere ammessi alla tavola dei genitori.

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La seguente frase: "Certificava, quel riverbero sonoro, la presenza rassicurante degli adulti" ha un andamento colloquiale. Riscrivila ripristinando l'ordine soggetto, verbo e complementi

Quel riverbero sonoro certificava la presenza rassicurante degli adulti.